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FONTI DELLA CONOSCENZA E DELL'IGNORANZA (LE)
di POPPER KARL R.
Stato Editoriale
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- Titolo: FONTI DELLA CONOSCENZA E DELL'IGNORANZA (LE)
- Autore: POPPER KARL R.
- Illustratore: 0
- Editore: IL MULINO
- Collana: INTERSEZIONI
- Anno: 2000
- ISBN: 9788815078124
- Pagine: 136
- Volumi: 1
Classificazione DEWEY
- 120 FILOSOFIA E DISCIPLINE CONNESSE
Classificazione CEE
- HPK FILOSOFIA: EPISTEMOLOGIA E TEORIA DELLA CONOSCENZA
I due saggi che compongono questo libro sono, pur nella loro brevità, emblematici della postazione filosofica di Popper, ed esprimono il senso profondo che ne ha animato la battaglia culturale e politica. Interrogarsi e pronunciarsi sulla validità della nostra conoscenza non significa infatti soltanto affinare la speculazione, ma anche offrire visioni del mondo che possono essere fatte da tutti gli uomini. E' un nesso, questo, che il filosofo ha costantemente posto in evidenza anche attraverso il suo insegnamento quasi "militante". Popper non ammette fonti privilegiate di verità e giudica deleterio perseguire idolatricamente la certezza e l'oggettività della scienza.
"E' dagli errori che possiamo imparare e che la conoscenza si accresce": da uno dei maggiori filosofi del Novecento una grande lezione di filosofia, di metodo, ma anche di vita. I due saggi che compongono questo libro - introdotti da Dario Antiseri e ripresi da precedenti volumi editi dal Mulino - sono, pur nella loro semplicità e brevità, emblematici non solo della impostazione filosofica di Popper, ma anche del senso profondo che ha animato la sua battaglia culturale e politica. Interrogarsi e pronunciarsi sulla validità della nostra conoscenza - problema filosofico per eccellenza, con cui si sono cimentate le migliori menti nella storia del pensiero - non significa infatti soltanto affinare la speculazione, ma offrire visioni del mondo che possono essere fatte proprie da tutti gli uomini. E' un nesso questo che Popper, con la sua teoria ma anche con il suo incessante insegnamento quasi "militante", ha costantemente posto in evidenza. Anche gli intellettuali sono responsabili delle notti della ragione generate da eccessive certezze. La scuola britannica, con Bacone, Locke, Berkeley, Hume e Mill ha sostenuto che la fonte prima di ogni conoscenza è l'osservazione. La scuola continentale con Cartesio, Spinoza e Leibniz ha proposto l'idea che fonte della verità sia l'intuizione intellettuale di idee chiare e distinte. Senonché, afferma Popper, sono erronei sia l'empirismo classico che il razionalismo classico: non esistono fonti privilegiate di verità ed è deleterio perseguire idolatricamente la certezza e l'oggettività della scienza. La conoscenza è umana e perciò stesso intessuta dei nostri pregiudizi, sogni, speranze. Possiamo solo procedere tramite confutazioni, attraverso cioè il riconoscimento e l'eliminazione degli errori, che tanto più saremo sagaci a cercare, quanto più saremo consapevoli della nostra imperfezione. * Karl R. Popper (1902-1994) è uno dei maggiori filosofi del nostro secolo. Il Mulino ha pubblicato "Congetture e confutazioni" (1972), "Il mito della cornice" (1995), "La conoscenza e il rapporto corpo-mente" (1996).